La scorsa settimana sono andata a vedere il film Barbie al cinema.
Anche se non mi aspettavo la classica pellicola sul mondo delle bambole, sono rimasta comunque stupita dal messaggio che portava con sé, che ho trovato estremamente positivo e… colorato!
Tanto rosa ovunque, sul grande schermo e anche in sala, dove molte donne, ragazze e bambine (ma anche qualche maschio) indossavano un dettaglio di questo colore, se non un intero outfit.
Tra i molti temi trattati nel film, ne voglio sottolineare soprattutto uno, che ha tanti punti in comune con il mio lavoro, con il mio ideale di vita e che sta in una sola, potentissima, parola: libertà.
Siamo davvero liberi di essere noi stessi?
Il film ci insegna anche a cercare la nostra strada nel mondo, ci mostra che non importa inseguire la perfezione estetica per essere felici, che ad esempio non dobbiamo indossare per forza i tacchi ma possiamo scegliere anche delle comode ciabatte, se questo è ciò che vogliamo e ci fa stare bene.
La moda è fonte di ispirazione, è arte e passione, ma a volte rischia di diventare una gabbia, soprattutto se pensiamo che tutte le donne debbano essere senza cellulite, con seni abbondanti, pancia piatta, labbra e zigomi pronunciati. E la stessa cosa accade anche agli uomini: se siamo convinti che tutti debbano essere palestrati e abbronzati per poter avere un’immagine gradevole, allora questa non è libertà.
Cerchiamo di essere, invece, consapevoli, di capire davvero che sta a noi scegliere chi vogliamo essere e che nessuno può decidere al posto nostro.
Che si tratti della nostra immagine, del nostro aspetto o dei nostri gusti, siamo noi gli unici padroni di noi stessi.
Cosa c’entrano i colori con la libertà?
C’entrano, e in molti modi. Prendiamo ad esempio il rosa, il colore dominante del film. Per tanto tempo è stato associato solo a giochi, abiti o oggetti “da bambine” e le bambine, quando crescono e diventano ragazze e poi donne, anche se continuano ad amarlo sono portate ad abbandonare questo colore, perché pensano di aver bisogno di staccarsi dalle cose che facevano quando erano piccole per poter entrare a far parte del mondo degli adulti.
I maschi, invece, di solito lo evitano fin da piccoli e quasi nessuno si domanda se il rosa gli piaccia o no, semplicemente non lo sceglie.
Il film, e come è stato accolto dalle persone, ci mostra invece che possiamo andare fieri delle nostre passioni, anche se sono tinte di rosa. Perché sì, può capitare che ci piaccia il rosa anche quando siamo grandi, e allora non vergogniamocene, ma indossiamolo con fierezza e in modo spensierato.
Se, poi, qualcuno dovesse domandarsi “ma il rosa sta bene con il mio incarnato o con il colore dei miei capelli?”, beh, la risposta è sì, basta scegliere la giusta tonalità in base alla stagione cromatica a cui apparteniamo. Che sia con una punta di grigio o di marrone, di bianco o di nero, c’è sicuramente il rosa che fa per noi, quello che si sposa con il colore della nostra pelle e fa risaltare la nostra bellezza.
Per questo, e per molti altri motivi che scopriremo, l’armocromia è un mezzo che ci aiuta a essere più liberi e più felici.
E voi che ne pensate del film? E del colore rosa? Fatemelo sapere nei commenti!